Ecocardiografia fetale, cos’è
L'ecocardiografia fetale è un esame che consente di studiare l'anatomia e la funzionalità cardiaca del bambino quando si trova ancora nel grembo materno e ha lo scopo di individuare eventuali malformazioni e patologie congenite a carico del cuore e dei grandi vasi. Non si tratta di un normale controllo di routine, ma viene indicata dal ginecologo quando vengono riscontrati particolari rischi fetali o materni. Infatti in assenza di fattori di rischio, solitamente la valutazione del cuore fetale viene effettuata dal ginecologo durante l’ecografia morfologica del secondo trimestre.
L’ecocardiografia fetale viene effettuata da uno specialista con particolare esperienza nell’ambito neonatale, tramite l’impiego di un ecografo con elevate prestazioni. In questo articolo scopriremo che cosa consente di rilevare, in presenza di quali fattori viene fatta, in quale periodo della gravidanza, come funziona e molti altri dettagli.
Ecocardiografia fetale, a cosa serve e perché viene fatta
Come abbiamo visto sopra, questo esame di screening permette di escludere o diagnosticare la presenza di patologie del cuore e dei grandi vasi. Viene indicata dal ginecologo nei casi in cui si sospettino malformazioni nello sviluppo del feto che possono compromettere il corretto funzionamento del muscolo cardiaco o quando vi sono rischi materni, come il sospetto di cardiopatia congenita all'esame di primo livello o malattie della gestante pregresse o in atto.
L’identificazione di una malformazione cardiaca nella fase prenatale è importante, soprattutto per le patologie più gravi, perché consente di stabilire in anticipo la sede, i tempi e le modalità del parto, ottimizzando l’assistenza al neonato e il suo eventuale trattamento.
L’ecocardiografia fetale viene indicata in presenza delle seguenti condizioni fetali:
- sospetto di cardiopatia congenita all'ecografia morfologica;
- aritmie fetali, alterazione del battito cardiaco fetale persistente;
- ritardi di crescita a insorgenza precoce (secondo trimestre);
- gemellarità monocoriale;
- anomalie cromosomiche.
- cariotipo fetale anomalo evidenziato all'amniocentesi o alla villocentesi;
- malformazioni extra-cardiache;
- idrope fetale (aumento dei liquidi nei tessuti fetali) non immunologico;
- translucenza nucale superiore al 99° centile (in genere oltre 3.0-3.5 mm);
- procreazione medicalmente assistita.
L’esame viene indicato anche in presenza delle seguenti condizioni materne o familiari:
- familiarità per cardiopatie congenite, cioè presenza di una malformazione cardiaca congenita in un figlio precedente o in uno dei genitori;
- malattie ereditarie con aumentato rischio di malformazioni cardiache in un parente di primo/secondo grado.
- infezione materna in gravidanza (in particolare se si tratta di rosolia, citomegalovirus e coxsackie).
- patologie materne come diabete, fenilchetonuria, malattie autoimmuni con presenza di autoanticorpi anti Ro e anti-La;
- gravidanza gemellare monocoriale;
- assunzione di farmaci di comprovata teratogenicità, cioè in grado di provocare malformazioni nel feto (anticonvulsivanti, litio, ACE-inibitori, acido retinoico o derivati);
- l’effetto di questi farmaci si verifica nel periodo di formazione dell’embrione, cioè nelle prime 6-8 settimane di gestazione;
- esposizione a sostanze e/o farmaci teratogeni (anticonvulsivanti, alcool, litio ecc.);
- anomalie cromosomiche e malformazioni fetali extra-cardiache;
- translucenza nucale aumentata nel primo trimestre.
Ecocardiografia fetale, quando farla
L’esame viene generalmente effettuato nel secondo trimestre, tra la 18° e la 22° settimana di gestazione, dopo l’ecografia morfologica di routine. In questo periodo infatti le dimensioni del feto e la trasmissione degli ultrasuoni nell’addome materno sono solitamente più favorevoli per una buona valutazione del cuore fetale.
Qualora ve ne sia l’indicazione da parte del medico specialista, l’esame può essere effettuato anche in epoca gestazionale più avanzata. In casi di rischio particolare, l’esame può essere effettuato anche in epoca gestazionale più precoce (13-14 settimane). Tuttavia, a causa della limitata qualità di un esame precoce, in questi casi si raccomanda di ripetere l’ecocardiografia nel secondo trimestre.
Come funziona
Per eseguire l'ecocardiogramma fetale, la gestante viene fatta stendere sul lettino ecocardiografico in posizione supina. Il medico appoggia poi una sonda ecocardiografica sull'addome della donna in punti specifici, in base alla posizione del feto in utero. L'esame ecografico permette di visualizzare gli organi interni del corpo, tramite ultrasuoni. Le informazioni acquisite vengono trasformate in immagini visibili su monitor.
La durata dell'esame è di circa 30-35 minuti.
Preparazione
L'ecocardiografia fetale non prevede alcuna particolare norma di preparazione da parte della gestante. Solitamente alla paziente viene raccomandato di portare con sé la documentazione relativa agli esami precedenti per la valutazione comparativa dei referti.
Come prenotare l'ecocardiografia fetale
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