Solitamente i pazienti si rivolgono al reumatologo su consiglio del medico curante o di un altro medico specialista che ne rileva la necessita e in presenza di sintomi come dolore alle articolazioni, stanchezza e febbre. In questo approfondimento cerchiamo di capire chi è il reumatologo, di cosa si occupa e come.
I sintomi più frequenti delle malattie reumatiche
I principali sintomi legati a malattie reumatiche sono: dolore a carattere infiammatorio e gonfiore alle articolazioni, con limitazioni nei movimenti e rigidità delle articolazioni, stanchezza e febbre; in altri casi un campanello d’allarme per le malattie reumatiche è la comparsa del fenomeno di Raynaud, caratterizzato da vasospasmo a livello soprattutto delle mani. Il fenomeno di Raynaud è facilmente riconoscibile in base a un tipico cambiamento di colore che avviene in tre fasi: le dita diventano prima bianche per lo spasmo dei vasi sanguigni, poi blu quando si ripristina la circolazione venosa, e infine rosse quando anche il sangue arterioso torna a circolare. La frequenza, durata e gravità dello spasmo dei vasi sanguigni sono variabili, e si accompagna in genere anche a intorpidimento e alterazione della sensibilità tattile. Il vasospasmo è l’eccessivo e anomalo restringimento dei vasi sanguigni in presenza di stimoli scatenanti (sbalzi di temperatura, emozioni intense), che alterano il flusso sanguigno nelle zone periferiche del nostro organismo, quali le dita.
Il dolore infiammatorio è quel dolore che tipicamente compare a riposo e migliora con il movimento, talvolta è notturno con rigidità articolare al risveglio; può essere localizzato a livello delle grosse articolazioni (es. ginocchio, spalle, anca…), alle piccole articolazioni di mani e piedi, oppure a livello di schiena e glutei.
Per le patologie reumatiche infiammatorie spesso una diagnosi precoce da parte del reumatologo ed una terapia adeguata e tempestiva possono modificare l’andamento della malattia.
Quanto rivolgersi al reumatologo?
Come abbiamo detto al reumatologo si ricorre tendenzialmente su indicazione del medico curante o di altro medico specialista e in presenza di sintomi quali: dolore alle articolazioni, stanchezza e febbre.
Il reumatologo è lo specialista che si occupa di patologie che interessano prevalentemente le articolazioni e il tessuto connettivo o di malattie sistemiche (che coinvolgono più organi o apparati). Sono malattie tra loro molto differenti, che possono colpire non solo le articolazioni, le ossa, i tendini, i muscoli ma talvolta anche cuore, pelle, polmone, rene, intestino, occhio.
Il maggior numero di queste malattie ha una causa infiammatoria, per esempio le artriti (artrite reumatoide, artrite psoriasica, polimialgia reumatica, spondiloartriti, gotta), le connettiviti (sclerosi sistemica, lupus eritematoso sistemico, sindrome di Sjogren) e le vasculiti.
Altre patologie di cui il reumatologo si occupa sono secondarie alla degenerazione delle articolazioni, con danno della cartilagine, come l’artrosi e le malattie del metabolismo osseo come l’osteoporosi.
Il reumatologo si occupare inoltre di malattie che danno dolore muscoloscheletrico diffuso come la sindrome fibromialgica.
La sindrome fibromialgica è una forma comune di dolore muscoloscheletrico diffuso e di affaticamento (astenia) che colpisce approssimativamente 1.5 – 2 milioni di Italiani.
Il termine fibromialgia significa dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (i legamenti e i tendini). Questa condizione viene definita “sindrome” poiché esistono segni e sintomi clinici che sono contemporaneamente presenti (un segno è ciò che il medico rileva nella visita; un sintomo è ciò che il malato riferisce al medico).
La sindrome fibromialgica è una condizione dolorosa cronica molto complessa, caratterizzata non solo da dolore muscolo scheletrico diffuso ma anche da profondo affaticamento, disturbi del sonno, disturbi cognitivi e da numerosi altri sintomi a carico di diversi organi ed apparati come i Ha un andamento cronico e i sintomi possono persistere anche tutta la vita, ma non sono sempre presenti nella stessa intensità o con lo stesso livello di gravità: ci possono essere riacutizzazioni (peggioramenti) della sintomatologia più o meno ricorrenti, e questo spesso rende difficile la diagnosi.
Il reumatologo è lo specialista adatto anche alla diagnosi e al trattamento delle malattie sistemiche autoimmuni, purtroppo in forte crescita in questi anni, quali:
- il lupus eritematoso sistemico (LES) ovvero una malattia infiammatoria cronica autoimmune del tessuto connettivo
- la sclerodermia, una malattia del tessuto connettivo che coinvolge il sistema vascolare, la cute (il termine sclerodermia significa infatti “pelle dura”) e gli organi interni
- la sindrome di Sjögren, una malattia autoimmune del tessuto connettivo caratterizzata principalmente da secchezza orale e oculare, ma può coinvolgere anche altri organi e apparati, come il sistema nervoso centrale e periferico e le articolazioni
- le sindromi da sovrapposizione (o “overlap”) si riferiscono ad un gruppo di pazienti che presentano contemporaneamente o in stretta successione temporale sintomi di diverse malattie autoimmuni del gruppo delle connettiviti.
In cosa consiste la visita reumatologica?
La visita reumatologica, eseguita dallo specialista reumatologo, rappresenta un passaggio decisivo per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie reumatiche.
La varietà delle malattie reumatiche e dei sintomi associati all’origine reumatica rendono necessari controlli medici e diagnostici approfonditi.
La prima visita reumatologia è solitamente più lunga dei successivi controlli ed è necessaria ad accertare l’origine del disturbo e a stabilire la cura più idonea per il singolo paziente. Successivamente., la visita reumatologica rimane utile per il monitoraggio da parte del medico reumatologo della risposta alle terapie in modo da poter personalizzare la cura rispetto alle esigenze di quello specifico paziente.
Come si svolge la visita reumatologica?
Il medico reumatologo accoglie il paziente e raccoglie l’anamnesi. Cercherà quindi tramite una serie di domande mirate, di ottenere il maggior numero di informazioni possibili sulla storia e sullo stile di vita del paziente: assunzione di farmaci, presenza di altre patologie in corso, abitudini alimentari, vizio del fumo, livelli di alcool assunti mediamente, frequenza di attività fisica e/o di sedentarietà, , interventi chirurgici effettuati in precedenza, familiarità o casi similari in famiglia.
Il reumatologo passa poi all’esecuzione della visita clinica durante la quale effettuerà la palpazione dell’addome, l’auscultazione del cuore, la misurazione della pressione e a seconda della patologia specifica da indagare effettuerà manovre o palpazioni specifiche con domande altrettanto mirate.
Al termine della visita il medico reumatologo può prescrivere gli eventuali accertamenti da eseguire come esami del sangue, esami radiologici, esami cardiologici (per i pazienti che necessitano di approfondimenti diagnostici) o gli eventuali accertamenti più specifici come l’artrocentesi, l’ecografia articolare o la capillariscopia.
Serve una preparazione per la visita reumatologica?
No, non sono necessarie particolari norme di preparazione. Il paziente è invitato come per altre visite a portare con sé eventuali esami eseguiti su richiesta del proprio medico curante e un elenco dei farmaci che abitualmente assume o che sta assumendo in quel determinato periodo. Solo in caso di accertamenti più specifici richiesti dal reumatologo possono essere richieste norme di preparazione che tuttavia verranno comunicate al paziente al momento opportuno.
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