Plexer e applicazioni, come rimuovere gli inestetismi senza chirurgia

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Il Plexer è uno strumento che sfruttando la ionizzazione dei gas presenti nell’aria genera un piccolo arco elettrico paragonabile a un piccolo fulmine, il quale agisce a livello epidermico creando una sublimazione del tessuto dove viene applicato.
E’ un nuovo tipo di chirurgia non ablativa. Una chirurgia, quindi, che non prevede l’utilizzo di bisturi; che non taglia e non buca.

Per sublimazione, si intende, il passaggio dallo stato solido a quello gassoso senza passare per lo stato liquido, ed aspetto importantissimo il calore generato viene applicato solo dove serve senza coinvolgere i tessuti circostanti con l’ovvio vantaggio di poter trattare lesioni vicine ad organi delicati come ad esempio gli xantelasmi o nella blefaroplastica operare in tuta sicurezza senza paura di danneggiare l’occhio.
 
Le applicazioni di questa metodica sono molteplici ; si va cosi’ dalla rimozione di fibromi cutanei, nevi, cheloidi, xantelasmi, discheratosi, lentigo solari e senili alla correzione di cicatrici, lifting del viso e del corpo, ed alla cosidetta blefaro plastica non ablativa.
 
Nel trattamento dei fibromi, nevi, angiomi, macchie cutanee, verruche e discheratosi i risultati sono immediatamente visibili ed in genere dopo pochi giorni si ha una completa guarigione con totale restitutio ad integrum. Nello Xantelasma, lesione, particolarmente fastidiosa da trattare chirurgicamente e con esiti cicatriziali poco piacevoli il Plexer trova una delle sue principali indicazioni con risultati molto interessanti.
Anche in caso di Acne in fase attivacicatrici, comprese quelle post acneiche e post varicella il Plexer da’ ottimi risultati. In genere servono piu’ sedute in relazione alla gravità e all’estensione delle lesioni.

Lo strumento e’ costituito da tre manipoli totalmente wireless, pratici ed ergonomici di diversa potenza che erogano l’energia in maniera costante, senza passaggio di corrente attraverso il paziente (non vi e’ quindi piastra di massa).
Altro vantaggio non trascurabile sono i prezzi evidentemente molto piu’ contenuti rispetto a quelli di un intervento chirurgico tradizionale, ricordando sempre che, non utilizzando il bisturi, anche le controindicazioni sono minime.
«Prima di usare questa metodica bisogna essere certi che la lesione da trattare non sia un neoformazione maligna come, per esempio, un melanoma o un epitelioma. E’ buona norma, quindi, nei casi dubbi, far valutare la lesione ad un collega dermatologo o effettuare un esame istologico.

In caso di asportazione di neoformazioni, macchie cutanee, pigmentazioni, cicatrici: la zona trattata può essere lavata con acqua e sapone neutro (Marsiglia). Deve essere disinfettata giornalmente con una piccola dose di benzalconio (Citrosil verde), tamponando leggermente. Non deve essere coperta con cerotti, per la possibilità di macerazioni, sensibilizzazioni, infezioni. Non devono esservi applicati medicamenti o cosmetici. L’intervento esiterà in una crosta di dimensioni e profondità variabili che non deve assolutamente essere asportata, ma aspettare che cada da sola (in genere dopo 7-20 gg).

Questi accorgimenti sono fondamentali per evitare avvallamenti, ipopigmentazioni ed irregolarità della cute. Appena caduta la crosta, la zona andrà protetta dalle radiazioni ultraviolette (sole, monitor del computer, lampade al neon e fluorescenti, rivelatori di banconote false) per la possibile formazione di discromie, con BioNike fondotinta fluido, applicato in strato spesso. Una colorazione rosa potrà, in soggetti predisposti, durare a lungo.

 
XANTELASMI
 
Con il termine xantelasma (detto anche xantelasma palpebrale) ci si riferisce ad un deposito di colesterolo giallastro, nettamente delimitato sotto la pelle, di solito sopra od intorno alle palpebre. Anche se non risulta né dannosa né dolorosa, questa piccola escrescenza può risultare deturpante e può essere rimossa. Lo xantelasma si ritrova con maggiore facilità in soggetti di origine asiatica e del bacino del mediterraneo.

La parola deriva dalla lingua greca xanthos = giallo ed elasma = piatto e definisce bene l'aspetto caratteristico di questa placchetta giallastra. Gli xantelasmi assumono importanza per il loro significato indiziario di sospetto di uno stato di ipercolesterolemia.

Sono sostanzialmente formazioni nodulari biancastre o giallastre, in genere in corrispondenza dell'angolo interno delle palpebre superiori (canto interno), derivanti dall'accumulo di esteri della colesterina in alcune grosse cellule schiumose disposte nel derma reticolare delle palpebre superiori ed inferiori. Queste cellule sono probabilmente derivanti da macrofagi contenenti appunto lipidi.

L'esatta patogenesi degli xantelasmi non è nota. Gran parte degli studi effettuati riportano un aumento di colesterolo totale o LDL, ed una diminuzione di HDL, o entrambe le evenienze negli individui affetti da xantelasmi.

 

FIBROMI PENDULI
 
I fibromi penduli sono escrescenze cutanee peduncolate che si protendono verso l'esterno; sono chiamati impropriamente, “porri”. I fibromi penduli originano nel derma, lo strato che sottende l'epidermide: in genere, i fibromi penduli presentano piccolissime dimensioni, ma potrebbero estendersi fino a qualche centimetro di diametro ed apparire antiestetici, oltre che fastidiosi. Quando i fibromi penduli presentano uno sviluppo notevole, possono pendere verso il basso a causa della forza gravitazionale: a tal proposito, questi fibromi sono stati chiamati “penduli”.

Essendo fibromi, anche quelli penduli rappresentano una forma tumorale benigna e le probabilità che si evolvano in neoplasia maligna sono molto scarse, pressoché nulle. L'escissione con il Plexer viene quindi utilizzata non tanto per evitare una possibile trasformazione maligna del tumore, ma per risolvere il problema estetico.

I fibromi penduli possono localizzarsi in ogni area del corpo, ma in genere si manifestano a livello delle ascelle, del collo, dell'inguine e delle palpebre superiori: non è un caso che le aree maggiormente interessate da questi fibromi siano proprio quelle soggette a sollecitazioni continue. Similmente, a causa della maggior superficie di sfregamento, le persone obese possono manifestare i fibromi penduli più facilmente rispetto ai soggetti normo-peso.
È raro che i fibromi penduli si presentino negli infanti e tra i giovani: in genere, si sviluppano per la prima volta attorno ai 40-50 anni, sia nell'uomo che nella donna.

I fibromi penduli rappresentano un disturbo cutaneo molto comune, che non provoca sintomatologia alcuna; l'evoluzione procede lentamente, ma in modo progressivo. I fibromi penduli, in genere, presentano una pigmentazione simile a quella della pelle (fibromi penduli normo-pigmentati), oppure possono presentare una pigmentazione leggermente più scura.

Proprio come moltissime affezioni cutanee benigne, la causa principale che provoca i fibromi penduli, ad esclusione dello sfregamento cutaneo, è dubbia: ovviamente, la predisposizione genetica gioca sempre un ruolo di fondamentale importanza, poiché spesso i figli di genitori affetti da fibromi penduli manifestano le stesse escrescenze a livello della pelle. In alcuni rari casi è stata registrata una correlazione tra l'insorgenza di fibromi penduli ed un processo infiammatorio acuto. Non sono contagiosi, né possono evolvere in tumore maligno.

Data la natura benigna dei fibromi penduli, non sono stati effettuati molti studi sulla ricerca eziologica, quindi le cause che li provocano rimangono misconosciute. Ad ogni modo, è stata formulata un'ipotesi secondo cui i fibromi penduli sarebbero influenzati anche dagli ormoni: infatti, se fino ai 50 anni uomini e donne possono manifestare i fibromi penduli con la stessa probabilità, dopo quest'età si è registrato un più elevato indice d'incidenza nelle donne (possibile ruolo della menopausa). Quest'ipotesi, tuttavia, non è ancora stata effettivamente dimostrata.

Come già accennato, i fibromi penduli non comportano alcun problema d'interesse medico; tuttavia, se i fibromi raggiungono notevoli dimensioni e si protendono dalla cute per alcuni millimetri, potrebbero sanguinare quando irritati, colpiti, o impigliati tra gli abiti o tra i gioielli. È frequente che si riscontri un distacco, totale o parziale, del fibroma pendulo in seguito ad un trauma consistente, con conseguente ferita sanguinante: in tal caso, il rischio d'infezione batterica aumenta.

I fibromi possono essere confusi per nevi, ma, mentre questi ultimi possono degenerare in forme maligne, i fibromi rimangono innocui. Con una seduta, usando il Plexer, possono essere eliminati anche più fibromi penduli e la guarigione completa avviene in pochi giorni, senza lasciare tracce e cicatrici.

 
CISTI SEBACEA

La cisti sebacea è una raccolta sottocutanea di materiale grasso, semisolido, che si presenta come una massa tondeggiante rilevata, palpabile ed indolente. Può raggiungere dimensioni anche di 5 o 6 cm. La cisti sebacea si forma in genere in seguito ad occlusione di una ghiandola sebacea. A causa di questa occlusione, la ghiandola non può smaltire la secrezione che continua a prodursi portando alla formazione della raccolta. Il contenuto della cisti sebacea è costituito principalmente da cheratina, sebo e cellule morte.

Questo tipo di cisti può comparire in tutte le zone del corpo, esclusa la pianta del piede e il palmo della mano. Il cuoio capelluto, le orecchie, le braccia e il torace sono le sedi più comuni; altra sede comune di insorgenza nei soggetti di sesso maschile è lo scroto.

 
VERRUCHE
 
La verruca è una formazione cutanea indotta dal virus del papilloma umano (altrimenti noto con l'acronimo anglofono HPV che sta per Human Papilloma Virus) della famiglia Papillomaviridae. Si tratta di formazioni benigne costituite da un nucleo di tessuto interno alimentato da vasi sanguigni e rivestito da vari strati di tessuto epiteliale. Il virus penetra nell'epidermide e la infetta, determinandone un'eccessiva velocità di replicazione.
 
Il contagio avviene per contatto superficiale (il virus quindi rimane confinato nella pelle e non è presente nel sangue) solitamente in luoghi molto frequentati come docce, palestre e piscine, dove il clima caldo e umido favorisce la sopravvivenza del virus in forma attiva. Mancando queste condizioni ambientali il virus non sopravvive a lungo al di fuori degli strati cutanei.

La verruca può svilupparsi in qualunque zona del corpo ma spesso interessa solamente alcune aree specifiche (come ad esempio le mani, i piedi, i gomiti e le ginocchia) che essendo soggette a frequente traumatismo meccanico e contatto con l'ambiente esterno, è verosimile che presentino delle microlesioni in cui il virus può annidarsi.

 

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